Digitalizzazione: il tema più hot del momento. Anche le Pubbliche Amministrazioni sanno bene quanto sia fondamentale individuare una strategia per la trasformazione digitale. È proprio di questo che si occupa l’Agid (Agenzia per l’Italia digitale), il cui compito è promuovere il raggiungimento degli obiettivi, italiani ed europei, a favore del processo di digitalizzazione per le Amministrazioni del Paese. Per questo motivo è stato implementato un Piano Triennale per l’informatica nella Pubblica Amministrazione, volto ad accelerare la digitalizzazione dei servizi ai cittadini e alle imprese. Niente più protocolli cartacei e sistemi gestionali antiquati: il futuro è online e bisogna aggiornarsi di conseguenza.
Il Piano Triennale per il periodo 2019-2021 si concentra in particolare su 3 punti: Identità Digitale, interoperabilità dei sistemi informativi e centralità del team per la transizione digitale.
Che la digitalizzazione delle PA sia una manovra sempre più necessaria è già evidente a una prima occhiata: rispetto alla versione 2017-2019, il nuovo Piano è triplicato nelle sue dimensioni! Altra differenza fondamentale, che potrebbe rivelarsi vincente nel lungo periodo, è la visione strategica delle nuove direttive. Non più, come in passato, con manovre improntate sul risparmio, bensì sull’investimento.
Il piano 2019-2021: i punti più importanti
Tre sono i punti principali su cui si concentra il nuovo Piano. Il primo è la creazione di una strategia di digitalizzazione per le PA che coinvolga tutte le realtà, sia a livello centrale che locale. In un certo senso si potrebbe dire che si punta alla centralizzazione ma in modo da coinvolgere tutti, perché anche gli enti decentrati possano essere parte di questa rivoluzione.
Il secondo punto, come è facile immaginare, è dato dall’insieme delle direttive per la realizzazione di questi servizi e la razionalizzazione della spesa. In ultimo, al centro dell’analisi la necessità di lavorare insieme ai fornitori per creare soluzioni omogenee e interoperabili.
Per poter mettere in atto una strategia così mirata, bisogna coinvolgere professionisti che svolgano le mansioni necessarie e, soprattutto, che siano competenti in materia. La figura principale della trasformazione sarà il Responsabile per la Transizione al Digitale. Insieme a lui lavoreranno il Responsabile degli Acquisti e altri professionisti del digitale, come la figura chiave della sicurezza dei dati, il DPO.
In ogni caso la parola d’ordine è cooperazione.
Cloud e Identità Digitale, il futuro della burocrazia
L’idea di questa trasformazione ruota intorno al concetto di Identità Digitale. Dalla carta d’Identità Elettronica allo SPID è necessario che il sistema si evolva per “consentire la sostenibilità economica e favorire l’integrazione anche con soggetti, non pubblici, fornitori di servizi” e “massimizzare il recupero di identità pregresse delle PA per favorire lo switch off a favore di SPID dei sistemi di autenticazione”.
Digital by default e once only sono i due principi che permetteranno di mettere in atto la strategia 2019-2021. Le amministrazioni devono essere in grado di fornire servizi digitali come opzione predefinita (digital by default) ed evitare di chiedere informazioni già in loro possesso a cittadini e imprese. I dati personali e amministrativi devono essere forniti una volta soltanto (once only) e archiviati in maniera sicura. Per questo motivo si insiste particolarmente sull’utilizzo del cloud, in modo da razionalizzare le risorse e muoversi in maniera più fluida verso la digitalizzazione. Ci saranno servizi cloud qualificati e Poli Strategici dedicati per proteggere le PA e i cittadini da ogni rischio, dal furto dei dati al monopolio di un singolo fornitore.
L’importanza del lavoro di squadra
Le scelte progettuali sono unitarie, ma le soluzioni sono condivise: ecco il segreto per la transizione digitale. Una manovra di questa portata non può essere gestita da una persona soltanto. È necessaria la collaborazione di più persone, ognuna con la sua area di competenza. Per questo motivo il Piano 2019-2021 insiste in maniera particolare sull’importanza di un team preposto alla digitalizzazione.
Dal Responsabile per la Trasformazione Digitale al DPO, creare un sistema di collaborazione all’interno delle PA va a vantaggio delle realtà più deboli, soprattutto quelle locali. Sono previste, ad esempio, azioni di monitoraggio e supporto, in particolare per quanto riguarda la formazione informatica.
Il ruolo di Open Fiber
Se il cloud e l’Identità Digitale sono il punto focale delle PA del futuro, allora l’interoperabilità e la cooperazione dei sistemi informativi sono sempre più necessarie. Solo così sarà possibile velocizzare le procedure digitali e garantire la protezione dei dati. Non si può pensare di creare un sistema digitale ben sviluppato senza tener conto dell’infrastruttura di reteRete Nel linguaggio informatico il termine rete definisce un insieme di dispositivi hardware e software che, collegati tra loro, permettono lo scambio e la condivisione di risorse, dati o informazioni. In una rete di computer i dispositivi che generano, instradano e terminano i dati sono chiamati nodi della rete.. Ed è qui che entriamo in gioco noi di Open Fiber.
In una società digitalizzata, al web non viene affidata soltanto la velocizzazione della burocrazia, ma anche la conservazione dei dati. Una questione così delicata come l’identità di una persona e la sicurezza delle sue informazioni deve essere protetta. In questo senso la nostra rete in fibra otticaFibra ottica È un cavo realizzato con una fibra di vetro attraverso il quale viene trasmesso un segnale luminoso anche su grandi distanze per l’accesso di reti a banda larga. Rispetto ai cavi in rame, la fibra ottica è in grado di trasmettere segnali molto più velocemente, fino a 40 Gigabit al secondo. È, pertanto, ideale per grandi quantità di dati da trasferire rapidamente; è inoltre insensibile alle interferenze esterne (interferenze elettromagnetiche, variazioni di temperatura, ecc.). Mentre la velocità, la qualità e la sicurezza della trasmissione dei dati sono indubbiamente i vantaggi della fibra ottica, il costo elevato della loro installazione costituisce uno svantaggio limitante per chi realizza la rete. Leggi la news per saperne di più: “Fibra ottica, cos’è e come funziona”. potrebbe diventare il mezzo di attuazione di questo cambiamento prevalentemente per due motivi.
Il primo, dato dalla diffusione capillare della connessione in FTTHFTTH "Fiber to the Home" è la tecnologia che collega i POP, siti nelle centrali, alle unità immobiliari degli utenti finali con la fibra ottica.. In questo modo anche le PA locali potranno accedere ai servizi digitali, dai piccoli centri alle grandi città.
La seconda ragione riguarda la velocità e l’affidabilità della banda ultra larga, caratteristiche imprescindibili affinché le pratiche digitali possano realizzarsi velocemente e senza imprevisti. La trasformazione digitale è la strada per lo sviluppo futuro del nostro Paese. Noi di Open Fiber vogliamo fare la nostra parte per rendere questo futuro possibile.