Dagli albori di ARPAnet alla società digitale: come il mondo è cambiato grazie a un messaggio inviato 53 anni fa.
Un messaggio elettronico dal testo breve e conciso: un semplice “LO”. Il mittente, il dottorando Charles Kline, avrebbe voluto scrivere “LOGIN” ma il sistema andò in crash dopo le prime due lettere. Poco male: quella parola sarebbe entrata nella storia come il primo messaggio inviato tra due computer collegati alla stessa reteRete Nel linguaggio informatico il termine rete definisce un insieme di dispositivi hardware e software che, collegati tra loro, permettono lo scambio e la condivisione di risorse, dati o informazioni. In una rete di computer i dispositivi che generano, instradano e terminano i dati sono chiamati nodi della rete..
Il 29 ottobre 1969 nasceva InternetInternet La parola nasce dalla fusione dei termini inglesi International e Net, ossia rete internazionale. Con questo termine si indica la rete informatica mondiale alla quale gli utenti di tutto il mondo possono accedere mediante un calcolatore (o computer) per trasmettere e condividere dati e informazioni., la più grande rivoluzione dell’ultimo secolo e, proprio grazie a quell’evento, in questo giorno ogni anno si celebra l’Internet Day.
- Da ARPAnet al World Wide Web: storia di una rete che ha cambiato il mondo
- La rivoluzione digitale dei giorni nostri
- Internet come mezzo di inclusione: il problema del digital divide
- Open Fiber e la realizzazione di una rete ultraveloce nazionale
Da ARPAnet al World Wide Web: storia di una rete che ha cambiato il mondo
L’idea di una rete che permettesse a più terminali di comunicare tra loro in maniera rapida nacque per svariate ragioni: da una parte la Guerra Fredda in corso richiedeva tecnologie sempre più all’avanguardia per uno scambio di informazioni rapido e sicuro, dall’altra la consapevolezza che ciò costituisse un enorme vantaggio per la ricerca scientifica, in un’era in cui le risorse erano preziose e le capacità dei computer ancora limitate.
La prima rete di telecomunicazioni venne sviluppata nel corso degli anni ‘60 a scopi militari dall’Advanced Research Projects Agency, un istituto del Dipartimento della Difesa americano, e prese il nome di ARPAnet. Aveva una larghezza di banda di 50Kbps e si basava su un’architettura client/server. I nodi connessi erano quattro: l’UCLA, lo Stanford Research Institute, l’Università della California di Santa Barbara e l’Università dello Utah.
Durante gli anni successivi, sempre più nodi vennero connessi e nuovi protocolli implementati. Nel 1974, quando fu scelto lo standard di trasmissione TCP/IP, la rete prese finalmente il nome di Internet. Era solo questione di tempo perché un’innovazione così promettente facesse il suo salto di qualità e diventasse di uso comune.
La svolta avvenne nel 1991 quando, presso il CERN di Ginevra, il giovane Tim Berners-Lee definì il protocollo HTTP, ossia HyperText Transfer Protocol. Si trattava di un sistema che permetteva una lettura ipertestuale e non sequenziale dei documenti, abilitando la possibilità di saltare da un punto all’altro attraverso dei rimandi detti hyperlink. Il 6 agosto Berners-Lee pubblicò un sito di informazioni organizzato attraverso un sistema di librerie accessibili tramite un web browser: era nato il World Wide Web.
La rivoluzione digitale dei giorni nostri
Negli ultimi trent’anni abbiamo assistito alla diffusione di Internet in maniera capillare, che ha inevitabilmente rivoluzionato tutti i costrutti socioculturali, riscrivendone in parte le regole. La possibilità di comunicare con gli altri e esprimere la propria identità online ha talmente compenetrato le nostre vite reali che Internet ne è diventato lo specchio.
Formazione a distanza, interazione in tempo reale e smart working sono solo alcune delle realtà con le quali abbiamo imparato a convivere negli ultimi anni, cogliendone i grandi vantaggi. La possibilità di lavorare e studiare in qualsiasi luogo, di confrontarsi online con colleghi e professionisti ha reso le opportunità di formazione e la carriera digitale accessibili a tutti i cittadini senza discriminazioni, o quasi.
Internet come mezzo di inclusione: il problema del digital divideDigital Divide Termine per descrivere il divario tra coloro che possono utilizzare le nuove tecnologie dell’informazione e della comunicazione e coloro che, per motivi tecnici, economici o sociali non sono in grado di utilizzarle. Leggi la news “Digital divide e disparità sociale: il ruolo di Open Fiber” per saperne di più.
Più la società digitale si evolve, più Internet diventa un mezzo inclusivo e sostenibile, dove ogni voce ha la possibilità di essere ascoltata. Per questo motivo, è fondamentale fare in modo che la rete sia sempre più diffusa a livello nazionale, impegnandosi per abbattere il cosiddetto digital divide. Il divario digitale, infatti, è il gap esistente tra chi ha accesso ad Internet e chi invece non può connettervisi, non beneficiando delle moltissime possibilità che la rete è in grado di offrire.
Open Fiber e la realizzazione di una rete ultraveloce nazionale
La Mission di Open Fiber è realizzare la più grande rete ultraveloce in Italia, permettendo a tutti i cittadini, a prescindere dalla zona geografica in cui sono ubicati, di accedere alle stesse opportunità.
Da un lato, la nostra opera di cablaggio nelle aree più difficili da raggiungere– come ad esempio i piccoli Comuni delle Aree BiancheAree Bianche Si definiscono Aree Bianche le zone in cui gli Operatori privati non hanno ritenuto conveniente investire e quindi prive di infrastrutture a banda larga ed ultralarga – è un vero e proprio intervento estensivo per la riduzione del digital divide, per la maggior parte dovuto proprio all’assenza di infrastrutture a banda ultra larga.
Dall’altro, man mano che la rete diventa un mezzo attraverso il quale studiare, lavorare, esprimersi e intrattenersi, è necessario far fronte alla richiesta di prestazioni sempre più elevate e affidabili. Allo stato attuale, la fibra otticaFibra ottica È un cavo realizzato con una fibra di vetro attraverso il quale viene trasmesso un segnale luminoso anche su grandi distanze per l’accesso di reti a banda larga. Rispetto ai cavi in rame, la fibra ottica è in grado di trasmettere segnali molto più velocemente, fino a 40 Gigabit al secondo. È, pertanto, ideale per grandi quantità di dati da trasferire rapidamente; è inoltre insensibile alle interferenze esterne (interferenze elettromagnetiche, variazioni di temperatura, ecc.). Mentre la velocità, la qualità e la sicurezza della trasmissione dei dati sono indubbiamente i vantaggi della fibra ottica, il costo elevato della loro installazione costituisce uno svantaggio limitante per chi realizza la rete. Leggi la news per saperne di più: “Fibra ottica, cos’è e come funziona”. è il mezzo che più di ogni altro è in grado di supportare questa necessità: una velocità di connessione fino a 10Gbps può sostenere un tale scambio di informazioni in tempo reale senza il rischio di ritardi.
La rete a banda ultra larga di Open Fiber, infine, è progettata e strutturata in modo da essere future proof, cioè capace di adattarsi ai progressi futuri senza diventare obsoleta.