Tecnologia e innovazione
29 Ottobre 2022

Dagli albori di ARPAnet alla società digitale: come il mondo è cambiato grazie a un messaggio inviato 53 anni fa. 

Un messaggio elettronico dal testo breve e conciso: un semplice “LO”. Il mittente, il dottorando Charles Kline, avrebbe voluto scrivere “LOGIN” ma il sistema andò in crash dopo le prime due lettere. Poco male: quella parola sarebbe entrata nella storia come il primo messaggio inviato tra due computer collegati alla stessa rete

Il 29 ottobre 1969 nasceva InternetInternet La parola nasce dalla fusione dei termini inglesi International e Net, ossia rete internazionale. Con questo termine si indica la rete informatica mondiale alla quale gli utenti di tutto il mondo possono accedere mediante un calcolatore (o computer) per trasmettere e condividere dati e informazioni., la più grande rivoluzione dell’ultimo secolo e, proprio grazie a quell’evento, in questo giorno ogni anno si celebra l’Internet Day

Da ARPAnet al World Wide Web: storia di una rete che ha cambiato il mondo

L’idea di una rete che permettesse a più terminali di comunicare tra loro in maniera rapida nacque per svariate ragioni: da una parte la Guerra Fredda in corso richiedeva tecnologie sempre più all’avanguardia per uno scambio di informazioni rapido e sicuro, dall’altra la consapevolezza che ciò costituisse un enorme vantaggio per la ricerca scientifica, in un’era in cui le risorse erano preziose e le capacità dei computer ancora limitate. 

La prima rete di telecomunicazioni venne sviluppata nel corso degli anni ‘60 a scopi militari dall’Advanced Research Projects Agency, un istituto del Dipartimento della Difesa americano, e prese il nome di ARPAnet. Aveva una larghezza di banda di 50Kbps e si basava su un’architettura client/server. I nodi connessi erano quattro: l’UCLA, lo Stanford Research Institute, l’Università della California di Santa Barbara e l’Università dello Utah

Durante gli anni successivi, sempre più nodi vennero connessi e nuovi protocolli implementati. Nel 1974, quando fu scelto lo standard di trasmissione TCP/IP, la rete prese finalmente il nome di Internet. Era solo questione di tempo perché un’innovazione così promettente facesse il suo salto di qualità e diventasse di uso comune. 

La svolta avvenne nel 1991 quando, presso il CERN di Ginevra, il giovane Tim Berners-Lee definì il protocollo HTTP, ossia HyperText Transfer Protocol. Si trattava di un sistema che permetteva una lettura ipertestuale e non sequenziale dei documenti, abilitando la possibilità di saltare da un punto all’altro attraverso dei rimandi detti hyperlink. Il 6 agosto Berners-Lee pubblicò un sito di informazioni organizzato attraverso un sistema di librerie accessibili tramite un web browser: era nato il World Wide Web

La rivoluzione digitale dei giorni nostri

Negli ultimi trent’anni abbiamo assistito alla diffusione di Internet in maniera capillare, che ha inevitabilmente rivoluzionato tutti i costrutti socioculturali, riscrivendone in parte le regole. La possibilità di comunicare con gli altri e esprimere la propria identità online ha talmente compenetrato le nostre vite reali che Internet ne è diventato lo specchio.

Formazione a distanza, interazione in tempo reale e smart working sono solo alcune delle realtà con le quali abbiamo imparato a convivere negli ultimi anni, cogliendone i grandi vantaggi. La possibilità di lavorare e studiare in qualsiasi luogo, di confrontarsi online con colleghi e professionisti ha reso le opportunità di formazione e la carriera digitale accessibili a tutti i cittadini senza discriminazioni, o quasi. 

Internet come mezzo di inclusione: il problema del digital divideDigital Divide Termine per descrivere il divario tra coloro che possono utilizzare le nuove tecnologie dell’informazione e della comunicazione e coloro che, per motivi tecnici, economici o sociali non sono in grado di utilizzarle. Leggi la news “Digital divide e disparità sociale: il ruolo di Open Fiber” per saperne di più.

Più la società digitale si evolve, più Internet diventa un mezzo inclusivo e sostenibile, dove ogni voce ha la possibilità di essere ascoltata. Per questo motivo, è fondamentale fare in modo che la rete sia sempre più diffusa a livello nazionale, impegnandosi per abbattere il cosiddetto digital divide. Il divario digitale, infatti, è il gap esistente tra chi ha accesso ad Internet e chi invece non può connettervisi, non beneficiando delle moltissime possibilità che la rete è in grado di offrire.  

Open Fiber e la realizzazione di una rete ultraveloce nazionale

La Mission di Open Fiber è realizzare la più grande rete ultraveloce in Italia, permettendo a tutti i cittadini, a prescindere dalla zona geografica in cui sono ubicati, di accedere alle stesse opportunità.

Da un lato, la nostra opera di cablaggio nelle aree più difficili da raggiungere– come ad esempio i piccoli Comuni delle Aree BiancheAree Bianche Si definiscono Aree Bianche le zone in cui gli Operatori privati non hanno ritenuto conveniente investire e quindi prive di infrastrutture a banda larga ed ultralarga – è un vero e proprio intervento estensivo per la riduzione del digital divide, per la maggior parte dovuto proprio all’assenza di infrastrutture a banda ultra larga.

Dall’altro, man mano che la rete diventa un mezzo attraverso il quale studiare, lavorare, esprimersi e intrattenersi, è necessario far fronte alla richiesta di prestazioni sempre più elevate e affidabili. Allo stato attuale, la fibra otticaFibra ottica È un cavo realizzato con una fibra di vetro attraverso il quale viene trasmesso un segnale luminoso anche su grandi distanze per l’accesso di reti a banda larga. Rispetto ai cavi in rame, la fibra ottica è in grado di trasmettere segnali molto più velocemente, fino a 40 Gigabit al secondo. È, pertanto, ideale per grandi quantità di dati da trasferire rapidamente; è inoltre insensibile alle interferenze esterne (interferenze elettromagnetiche, variazioni di temperatura, ecc.). Mentre la velocità, la qualità e la sicurezza della trasmissione dei dati sono indubbiamente i vantaggi della fibra ottica, il costo elevato della loro installazione costituisce uno svantaggio limitante per chi realizza la rete. Leggi la news per saperne di più: “Fibra ottica, cos’è e come funziona”. è il mezzo che più di ogni altro è in grado di supportare questa necessità: una velocità di connessione fino a 10Gbps può sostenere un tale scambio di informazioni in tempo reale senza il rischio di ritardi. 

La rete a banda ultra larga di Open Fiber, infine, è progettata e strutturata in modo da essere future proof, cioè capace di adattarsi ai progressi futuri senza diventare obsoleta. 

Cerca news