C’è internet nello spazio? E come funziona? Uno sguardo al programma ScyLight dell’ESA che ha l’obiettivo di estendere le comunicazioni ottiche nello spazio (Fiber to the Sky).
Il canale Tik Tok di Samantha Cristoforetti conta oltre 500mila follower. L’astronauta condivide con i suoi fan terrestri i dettagli della vita a bordo della Stazione Spaziale Internazionale, spiegando come si vive in assenza di gravità, come occuparsi della propria igiene personale, della forma fisica e di tutte le piccole abitudini quotidiane che in orbita assumono nuovi e diversi connotati. Ma come riesce a pubblicare dall’ISS? C’è internet nello spazio?
Come funziona internet nello spazio?
Siamo così abituati ad avere facilmente accesso al mondo digitale, che di rado ci fermiamo a riflettere sull’infrastruttura che supporta le nostre incursioni nel web. E, se ormai la possibilità di non trovare campo quando siamo fuori città o in montagna ci preoccupa ogni giorno di meno, sempre più spesso ci chiediamo come possono i servizi di connettività raggiungere un’astronave che viaggia ad altissima velocità a 400km dal suolo o un luogo sperduto in mezzo all’oceano.
Per Open Fiber è semplice: con le adeguate tecnologie la nostra rete ottica ultraveloce oltre a collegare capillarmente ogni famiglia e azienda, riuscirà attraverso il Fiber to the Sky a raggiungere lo spazio e quindi anche le località terrestri più remote.
Non si tratta di un concetto puramente teoretico, persino il MISE ha realizzato un Piano Strategico Space Economy, al quale sono stati destinati oltre 4,5 miliardi di euro.
Progetto Hydron: Fiber To The Sky secondo Open Fiber
Nell’ambito del programma ESA ScyLight il progetto HydRON (High thRoughput Optical Network) Demonstration System Phase A/B1 (HyDEMO), è la proposta di networking integrato satellite/terrestre di Open Fiber. HyDEMO, la cui prima fase di studio è stata completata la scorsa estate, è frutto di un consorzio guidato da Thales Alenia Space Italia che vede, oltre ad Open Fiber, anche la partecipazione di Telespazio, di Scuola Superiore Sant’Anna e di Officina Stellare, oltre che Partner internazionali quali DLR (Germania).
La rete ottica HydRON collegherà i sistemi satellitari con le reti terrestri in fibra ottica, in una comunicazione continua e senza interruzioni che migliorerà la qualità e la copertura dei servizi di connettività sul territorio specialmente europeo, contribuendo all’autonomia tecnologica dell’Europa nei servizi di connettività attraverso lo spazio.
Un networking spaziale efficace diventa realtà quando si utilizzano comunicazioni LASER (LASERCOM) a divisione di frequenza simili a quelle terrestri, recente rivoluzione in ambito delle telecomunicazioni. Grazie all’utilizzo di reti ottiche nello spazio, integrate con quelle terrestri, si possono realizzare delle infrastrutture ibride che permettono di migliorare le prestazioni dei servizi di connettività sulla Terra e al di fuori di essa.
Attualmente il progetto HydRON è in fase di sviluppo. Open Fiber sta collaborando come operatore infrastrutturale, in veste di coordinatore di un advisory board dei potenziali operatori terrestri clienti.
Il nostro contributo permetterà all’ESA di avanzare lo stato dell’arte dei sistemi satellitari, dando il via a una nuova generazione di satelliti che utilizzerà le comunicazioni ottiche in spazio libero.
In che modo portare internet nello spazio migliorerà le connessioni sulla Terra?
Sul piano pratico, questo potenziamento di matrice ottica aumenterà la capacità della rete di backbone, permettendo alla banda ultra larga di estendersi a luoghi attualmente difficili da raggiungere grazie alla fornitura di circuiti di accesso alternativi.
Inoltre, poiché il sistema HydRON è un progetto europeo, si potranno creare delle reti federate appartenenti a diverse nazioni dell’UE, promuovendone il progresso tecnologico in ottica di inclusione e in maniera trasparente, seguendo proprio la filosofia Open Fiber.