Fiber Women
5 Febbraio 2021

Marika Marangella e Jacopo Botti per un confronto generazionale sul ruolo della connessione nella didattica a distanza (DAD)

Marika Marangella, Millennials e Jacopo Botti -GenZ- mettono a confronto le loro esperienze come studenti universitari. Da un lato c‘è chi ricorda di quando ci si svegliava presto per correre a prendere un treno e vivere in università le relazioni con i professori e i compagni, dall’alto chi il suo ingresso nel mondo universitario, per ora, lo ha fatto solo virtualmente. Per Jacopo e tanti altri studenti come lui, la didattica a distanza (DAD) è diventata parte di un quotidiano nuovo, dove il ruolo della connessione a banda ultra larga ha assunto ancora più rilevanza.

Come è cambiata la vita degli universitari con la DAD

Fiber Women: la parola a Marika Marangella

Mi chiamo Marika Marangella, sono una Social Media Manager e Content Creator. Sono fuori dall’università da quattro anni ma ancora non troppo da dimenticare le notti insonni per la sessione d’esame e la ricerca “matta e disperata” degli appunti.

Quando Open Fiber mi ha chiesto di diventare Ambassador di questo progetto che racconta di come la connessione ha cambiato alcuni settori e territori, sono stata davvero molto felice perché avrei raccontato l’Emilia Romagna, regione in cui ho frequentato il master e in cui vivo e lavoro, ma soprattutto il mondo universitario a me caro in ambito formativo-professionale.

Con il progetto Fiber Women di Open Fiber ho quindi incontrato Jacopo Botti, un giovane studente di Ravarino, un comune in provincia di Modena coperto dalla fibra ottica FTTHFTTH "Fiber to the Home" è la tecnologia che collega i POP, siti nelle centrali, alle unità immobiliari degli utenti finali con la fibra ottica. di Open Fiber. Jacopo è iscritto al primo anno del corso di laurea in Storia presso l’Università degli Studi di Bologna e mi ha raccontato la sua esperienza con la DAD (didattica a distanza).

L’esperienza di Jacopo, studente Unibo con la DAD

Chiacchierare con Jacopo mi ha permesso di fare un salto indietro nel tempo, a quando anch’io frequentavo l’università ma soprattutto all’anno in cui mi sono ritrovata a essere pendolare tra una città e l’altra. A quei tempi – sembra ormai passato un secolo vista l’innovazione e la digitalizzazione a cui ci siamo abituati nell’ultimo anno – perdere una lezione significava dover chiedere gli appunti nel gruppo Facebook del mio corso di laurea o sperare che un mio collega potesse passarmi la registrazione da sbobinare.

Per Jacopo, invece, non ci sono sveglie presto la mattina, nè treni affollati da prendere di corsa: la didattica a distanza -dice- gli permette di svegliarsi con più calma e sentirsi più concentrato durante le lezioni. Certo, se da un lato si recuperano tempo e concentrazione e non si perdono le lezioni e i ricevimenti con i professori, dall’altro a mancare sono tutti i momenti di contatto con i compagni di corso, ora necessariamente racchiusi nelle call dei gruppi studio.

Certamente la connessione internetInternet La parola nasce dalla fusione dei termini inglesi International e Net, ossia rete internazionale. Con questo termine si indica la rete informatica mondiale alla quale gli utenti di tutto il mondo possono accedere mediante un calcolatore (o computer) per trasmettere e condividere dati e informazioni. è utile anche a mantenere i rapporti con gli altri e a coltivare le proprie passioni. Per questo, in alcuni casi le due cose si uniscono, e per Jacopo alcuni colleghi di corso sono diventati anche compagni di giochi online (come Dungeons & Dragons).

Generazioni a confronto

Questo confronto generazionale tra me, Millennial, e Jacopo, Gen Z, si è concluso con un grande in bocca al lupo per il suo percorso di studi e per il primo esame che sta preparando. Fortunatamente sappiamo già che avere la possibilità di accedere a una connessione a banda ultra larga gli permetterà di gestire al meglio lo studio e di vivere la didattica a distanza senza interruzioni e disconnessioni.

Marika Marangella per Open Fiber

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