Ecco come l’invenzione del World Wide Web ha rivoluzionato le nostre vite e quali sono le nuove sfide per il futuro.
È il 12 marzo 1989, il 34enne Tim Berners Lee, fisico e informatico con all’attivo diverse collaborazioni per il CERN, ha un’idea: realizzare un “ampio database ipertestuale con link” ispirato al Progetto Xanadu e a HyperCard. Il progetto, presentato in un paper inviato all’amministrazione, è forse troppo visionario e viene accolto con generale scetticismo. Tuttavia, Mike Sendall, capo di Berners Lee, decide di scommettere sulla visione del giovane informatico e gli suggerisce di implementarlo su una workstation NeXT. Ecco come nasce il World Wide Web.
A 32 anni di distanza, l’invenzione di Tim Berners Lee, e del suo collega e co-sviluppatore Robert Cailliau, rappresenta un solco nella storia del progresso, avendo rivoluzionato non solo il nostro modo di comunicare ma anche le nostre vite. In questo articolo vogliamo celebrare il compleanno del web con un excursus storico dalla sua nascita a oggi, riservando un occhio particolare alle nuove sfide per il futuro.
L’invenzione che ha rivoluzionato il mondo e il nostro modo di comunicare: la storia e il futuro del World Wide Web.
- Internet e World Wide Web, qual è la differenza?
- Quando è nato Internet e perché
- Diffusione di Internet e nascita del web
- L’impatto ambientale di Internet: le emissioni di CO2
- Come si può rendere Internet sostenibile?
- Infrastruttura di rete a banda ultra larga, la chiave per un Internet sostenibile
InternetInternet La parola nasce dalla fusione dei termini inglesi International e Net, ossia rete internazionale. Con questo termine si indica la rete informatica mondiale alla quale gli utenti di tutto il mondo possono accedere mediante un calcolatore (o computer) per trasmettere e condividere dati e informazioni. e World Wide Web, qual è la differenza?
Siamo abituati a utilizzare i termini “Internet” e “world wide web” come se fossero sinonimi, probabilmente perché entrambi hanno cominciato a diffondersi nelle nostre case durante gli anni ’90 ma in realtà si tratta di due cose distinte.
Internet è una reteRete Nel linguaggio informatico il termine rete definisce un insieme di dispositivi hardware e software che, collegati tra loro, permettono lo scambio e la condivisione di risorse, dati o informazioni. In una rete di computer i dispositivi che generano, instradano e terminano i dati sono chiamati nodi della rete. di comunicazione, un’infrastruttura tecnologica che connette vari terminali e permette di trasferire dati. Il World Wide Web, invece, è un protocollo che permette di trasferire dati sotto forma di ipertesto, in pratica è un servizio che sfrutta Internet per permetterci di navigare utilizzando link e indirizzi url.
In un certo senso, Internet è un grande connettore globale all’interno del quale sono possibili diversi servizi, tra cui il Web le e-mail, i trasferimenti ftp e le moderne app.
Quando è nato Internet e perché
Comunicare è essenziale per essere aggiornati e, durante una guerra fredda, essere sempre in contatto con i propri informatori costituisce un vantaggio sostanziale. Internet è nato proprio per questo motivo. Nel 1969, un’agenzia dipendente dal Ministero della Difesa statunitense mise a punto ARPANET, una rete di computer in grado di abilitare lo scambio di informazioni tra militari in maniera veloce e sicura.
Diffusione di Internet e nascita del web
La rete iniziale connetteva quattro nodi: l’Università della California di Los Angeles, l’SRI di Stanford, l’Università della California di Santa Barbara, e l’Università dello Utah, basandosi su un’architettura client/server.
Nel 1971 fu inventato anche un servizio di posta elettronica, a opera di Ray Tomlinson. ARPANET si diffuse rapidamente anche tra le università europee e, con l’avvento dello standard di trasmissione TCP/IP – Transmission Control Protocol/Internet Protocol – prese il nome di Internet nel 1974. La rete si dimostrò un mezzo di comunicazione innovativo ed efficace, ed ebbe tra i suoi utilizzatori persino la Regina Elisabetta II, che nel 1976 la impiegò per inviare un’e-mail alla sede del Royal Signals and Radar Establishment.
Fu solo il 6 agosto 1991, tuttavia, che il primo sito web venne messo online, a opera di Tim Berners Lee e Robert Cailliau. Il sito, ancora oggi visibile all’indirizzo http://info.cern.ch/hypertext/WWW/TheProject.html, presentava una grafica rudimentale e consentiva l’accesso a diverse risorse attraverso un sistema di librerie.
Altro anno campale per la diffusione di Internet fu il 1993. Non solo in quell’anno fu realizzato il primo prototipo di browser, Mosaic, ma il CERN decise anche di rendere pubblica la tecnologia alla base del World Wide Web, perché fosse implementabile da chiunque. La relativa semplicità di utilizzo dei browser e del protocollo http fece in modo che Internet si diffondesse in tutte le fasce di popolazione, fino a diventare lo strumento che conosciamo oggi.
L’impatto ambientale di Internet: le emissioni di CO2
Rispondere a un’e-mail, fare un acquisto online, scaricare un documento in digitale sono tutte azioni che permettono di risparmiare risorse come carta e carburante. Tuttavia, come tutte le cose, anche Internet ha un impatto ambientale. Oltre ai consumi legati all’alimentazione dei nostri dispositivi – tablet, pc o smartphone – la principale fonte di inquinamento, quando si tratta di Internet, sono i data center e i server che supportano e archiviano i contenuti.
Si stima che Internet produca 300 tonnellate di CO2 ogni anno, un valore notevole ma destinato a diminuire grazie alle nuove tecnologie.
Come si può rendere Internet sostenibile?
Come dicevamo, Internet è uno strumento con un suo impatto ambientale ma c’è un risvolto positivo: le nuove tecnologie lo renderanno sempre più sostenibile ed environmentally-friendly. Sempre più aziende, infatti, sono attente alle emissioni causate dai propri siti web. Un esempio su tutti Google che, lo scorso settembre, si è impegnato a investire in tecnologie e soluzioni ecosostenibili.
L’implementazione di pratiche ecosostenibili, però, come vantaggio collaterale non è sufficiente: bisogna agire sulle tecnologie stesse che permettono di tenere in vita Internet e sull’infrastruttura. La soluzione ai problemi di ecosostenibilità, in tal senso, è proprio la fibra otticaFibra ottica È un cavo realizzato con una fibra di vetro attraverso il quale viene trasmesso un segnale luminoso anche su grandi distanze per l’accesso di reti a banda larga. Rispetto ai cavi in rame, la fibra ottica è in grado di trasmettere segnali molto più velocemente, fino a 40 Gigabit al secondo. È, pertanto, ideale per grandi quantità di dati da trasferire rapidamente; è inoltre insensibile alle interferenze esterne (interferenze elettromagnetiche, variazioni di temperatura, ecc.). Mentre la velocità, la qualità e la sicurezza della trasmissione dei dati sono indubbiamente i vantaggi della fibra ottica, il costo elevato della loro installazione costituisce uno svantaggio limitante per chi realizza la rete. Leggi la news per saperne di più: “Fibra ottica, cos’è e come funziona”..
Infrastruttura di rete a banda ultra larga, la chiave per l’ecosostenibilità di Internet
La nuova sfida per il futuro è l’implementazione di un Internet ultraveloce e sostenibile.
Noi di Open Fiber sappiamo bene quanto la fibra ottica sia amica dell’ambiente e da sempre investiamo per trovare soluzioni anti-inquinamento che rendano il mondo un posto migliore in cui vivere.
Abbiamo parlato in un articolo precedente della differenza tra reti in fibra ottica e in rame, mettendo in evidenza quanto le prime siano più ecosostenibili. Nessuna necessità di estrazione in miniera, tecniche di scavo che riducono al minimo le emissioni e gli interventi sul territorio, modalità di posa aerea e FWAFWA Noto anche come "Wireless Local Loop" (WLL), l'FWA indica l’uso di soluzioni radio per coprire l’ultimo miglio verso le unità immobiliari disperse in zone a scarsissima densità di popolazione. Un’antenna principale, collegata tipicamente alla rete tramite fibra ottica, copre un territorio più o meno vasto dove su ciascuna unità immobiliare viene montata una antenna dotata di un apparato che trasforma il segnale radio e consente il collegamento della CPE (Customer Premises Equipment), il dispositivo elettronico utilizzato come terminale lato utente. in condizioni ambientali difficili e minima necessità di manutenzione sono solo alcuni dei vantaggi dell’infrastruttura a banda ultra larga.
Ma c’è di più: la rete FTTHFTTH "Fiber to the Home" è la tecnologia che collega i POP, siti nelle centrali, alle unità immobiliari degli utenti finali con la fibra ottica., quella che arriva fino al routerRouter È un dispositivo di rete che instrada pacchetti di dati tra reti diverse o tra sottoreti di una stessa rete. I grandi router dei carrier stabiliscono i percorsi di traffico sulle dorsali internet, i più familiari router casalinghi si limitano a scambiare pacchetti tra la rete domestica e quella dell’Operatore, che a sua volta sfocia nella internet mondiale. di casa tua, riduce al minimo anche i consumi, grazie alla tecnologia PONPON È l’acronimo di Passive Optical Network, ossia rete ottica passiva, che descrive tutte le tipologie di reti ottiche che non hanno apparati attivi tra punto iniziale e punto finale. Una tipologia di queste è quella utilizzata per portare il collegamento in fibra ottica all'utenza finale mediante un'architettura di tipo punto-multipunto che consente di usare una singola fibra ottica per raggiungere più destinatari, mediante splitter ottici non alimentati., che non richiede alimentazione. Per questo motivo la transizione alla connessione ultraveloce in fibra ottica è la risposta ai problemi di ecosostenibilità causati dalle obsolete reti in rame. Tra le altre cose, la diffusione del web ci ha insegnato l’importanza di essere reattivi ai cambiamenti e sempre in grado di reinventarci. La fibra ottica è tutto questo: versatile, innovativa e future-proof, anche quando si tratta di ambiente.