carbon thumbprint
Sostenibilità
31 Marzo 2022

La Carbon Thumbprint è il peso in termini di emissioni delle operazioni digitali. Facciamo chiarezza su un aspetto poco noto del mondo digitale. 

Digitalizzazione e sostenibilità sono due concetti ormai interconnessi. La digitalizzazione dei servizi apporta molteplici benefici alla società moderna come il risparmio di materie prime, l’abilitazione di pratiche virtuose grazie all’economia circolare e la riduzione degli spostamenti su strada, tuttavia anche le operazioni digitali hanno un impatto sull’ambiente, e il loro peso in termini di emissioni di CO2 è detto in gergo Carbon Thumbprint

Scopriamo insieme di cosa si tratta.

Cos’è la Carbon Thumbprint?

Ogni azione compiuta dall’essere umano lascia un’impronta, ed è proprio a questa immagine che ci si è ispirati nel considerare l’impatto delle attività umane nell’ambito di emissioni di CO2. 

Della “impronta umana” se ne parla da decenni. Con il Protocollo di Kyoto nel 1997 si è fatta luce sul concetto di Carbon Footprint, la cosiddetta impronta al carbonio calcolata prendendo in esame tutte le attività di origine antropica e le relative emissioni in atmosfera. 

Più recente è invece la nozione di Carbon Thumbprintimpronta digitale ossia l’impatto delle attività digitali sull’ambiente.

Quanta CO2 emettiamo con l’utilizzo di internetInternet La parola nasce dalla fusione dei termini inglesi International e Net, ossia rete internazionale. Con questo termine si indica la rete informatica mondiale alla quale gli utenti di tutto il mondo possono accedere mediante un calcolatore (o computer) per trasmettere e condividere dati e informazioni.?

La Carbon Thumbprint è davvero così impattante? Recenti studi sulla sostenibilità mostrano come il digitale sia responsabile del 4% delle emissioni mondiali di CO2 – pari a circa 1.6 miliardi di tonnellate di gas serra – percentuale che si stima salirà al 20% entro il 2050. 

Per rendere meglio l’idea, secondo i recenti dati riportati da IAB Italia e YouGov, ognuno di noi produce in un anno oltre 400 kg di CO2 soltanto con le attività virtuali.

Sempre secondo lo studio di IAB, solo il 23% degli italiani è consapevole dell’impatto ambientale del digitale

Come mai il digitale ha un impatto ambientale così importante?

Ma cosa inquina così tanto? La prima cosa che ci viene in mente, quando ragioniamo sulle conseguenze della digitalizzazione, è probabilmente l’inquinamento derivato dall’utilizzo e dallo smaltimento di dispositivi elettronici come computer, tablet e smartphone, soprattutto considerato che spesso i dispositivi vengono sostituiti con modelli più performanti pur non essendo di fatto obsoleti 

In realtà sono le operazioni più basilari ad avere maggior impatto: lo streaming di contenuti e l’invio di dati. La Thumbprint va calcolata, quindi, in termini energetici: l’inquinamento è dato dal consumo di elettricità delle infrastrutture che consentono lo svolgimento delle operazioni digitali, generando emissioni.

Facciamo un esempio pratico. L’invio di un’e-mail produce circa 4g di CO2. In Italia circa 35 milioni di persone utilizzano regolarmente la posta elettronica, di conseguenza, l’invio di una singola e-mail moltiplicato per 35 milioni produce 140 tonnellate di CO2. Moltiplicando questo dato per decine di e-mail inviate ogni giorno in un anno è praticamente come se avessimo percorso 26mila km in auto!

Come migliorare la propria Carbon Thumbprint: progetti da tenere d’occhio

Il Progetto “Zero Emissions Digital” di IAB Italia ha l’obiettivo di promuovere una cultura aziendale più consapevole, più verde per far convivere trasformazione digitale e transizione ecologica.

L’associazione ha già realizzato un Vademecum con regole comportamentali di facile applicazione ma dal notevole impatto, da prendere come riferimento nelle aziende che aspirano a migliorare la propria Carbon Thumbprint.

La reteRete Nel linguaggio informatico il termine rete definisce un insieme di dispositivi hardware e software che, collegati tra loro, permettono lo scambio e la condivisione di risorse, dati o informazioni. In una rete di computer i dispositivi che generano, instradano e terminano i dati sono chiamati nodi della rete. FTTHFTTH "Fiber to the Home" è la tecnologia che collega i POP, siti nelle centrali, alle unità immobiliari degli utenti finali con la fibra ottica. come scelta ecosostenibile

Noi di Open Fiber siamo convinti che impegnarsi per arginare l’inquinamento del digitale significhi essere un passo avanti, ed è un modo di pensare che guida le nostre scelte anche in ambito aziendale.

Ci impegniamo, infatti, quotidianamente nell’adozione di un approccio green nell’utilizzo della tecnologia. 

È per questo che stiamo realizzando la più grande rete in fibra otticaFibra ottica È un cavo realizzato con una fibra di vetro attraverso il quale viene trasmesso un segnale luminoso anche su grandi distanze per l’accesso di reti a banda larga. Rispetto ai cavi in rame, la fibra ottica è in grado di trasmettere segnali molto più velocemente, fino a 40 Gigabit al secondo. È, pertanto, ideale per grandi quantità di dati da trasferire rapidamente; è inoltre insensibile alle interferenze esterne (interferenze elettromagnetiche, variazioni di temperatura, ecc.). Mentre la velocità, la qualità e la sicurezza della trasmissione dei dati sono indubbiamente i vantaggi della fibra ottica, il costo elevato della loro installazione costituisce uno svantaggio limitante per chi realizza la rete. Leggi la news per saperne di più: “Fibra ottica, cos’è e come funziona”. nel Paese, ad oggi la tecnologia che più di tutte riesce a coniugare performance e basso impatto ambientale in ogni fase del suo ciclo vitale. Non solo è possibile utilizzare tecniche di posa poco invasive con emissioni ridotte al minimo, ma anche i consumi sono drasticamente più bassi rispetto alle obsolete reti in rame. La rete in fibra ottica è infatti passiva, vale a dire non alimentata da corrente elettrica, un vantaggio enorme per l’ambiente visto che è proprio il consumo di elettricità a incidere più di tutto sulla Carbon Thumbprint. Infine, date le pressoché inesistenti dispersioni e la resistenza dei cavi, gli interventi di manutenzione sono ridotti al minimo, senza necessità di intervenire in maniera invasiva sul territorio
Leggi di più sul nostro progetto di cablaggio nazionale e scopri se siamo già arrivati da te.

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