InternetInternet La parola nasce dalla fusione dei termini inglesi International e Net, ossia rete internazionale. Con questo termine si indica la rete informatica mondiale alla quale gli utenti di tutto il mondo possono accedere mediante un calcolatore (o computer) per trasmettere e condividere dati e informazioni. è stato definito diritto fondamentale dell’uomo: cos’è il digital divideDigital Divide Termine per descrivere il divario tra coloro che possono utilizzare le nuove tecnologie dell’informazione e della comunicazione e coloro che, per motivi tecnici, economici o sociali non sono in grado di utilizzarle. Leggi la news “Digital divide e disparità sociale: il ruolo di Open Fiber” per saperne di più. e cosa possiamo fare per eliminarlo.
“L’accesso ad Internet è uno degli strumenti più importanti di questo secolo per aumentare la trasparenza, per accedere alle informazioni e per facilitare la partecipazione attiva dei cittadini nella costruzione delle società democratiche”. Con queste parole il Consiglio sui diritti umani delle Nazioni Unite ha definito internet come uno dei diritti fondamentali dell’uomo nella società odierna. In un’ottica di digitalizzazione sempre più diffusa, noi di Open Fiber ci stiamo impegnando per garantire questo diritto a sempre più persone, abbattendo quella che è una delle più problematiche cause di discriminazione nella società moderna: il digital divide.
Digital divide: cause, conseguenze e soluzioni. Il ruolo di Open Fiber:
- Cos’è il digital divide e cosa vuol dire
- Cause e conseguenze del digital divide
- Digital divide e disparità sociale
- Disuguaglianza sociale oggi
- Il digital divide nel mondo
- Quali sono le misure adottate per colmare la disparità sociale?
- Un’opportunità per i meno abbienti: il piano voucher
- Piano voucher, a chi è diretto e come funziona
- AGCOM e la Broadband Map
- Open Fiber, stato dei lavori e Comuni cablati in FTTH
- Quando arriva la fibra ottica nel mio Comune?
- Esiste un elenco Comuni delle Aree Bianche?
Cos’è il digital divide e cosa vuol dire
Il digital divide, letteralmente “divario digitale”, è un fenomeno che riguarda le disuguaglianze esistenti all’interno della società in ambito di fruibilità della connessione a internet e delle relative opportunità e servizi. In parole povere, il digital divide è il divario presente tra chi ha semplicità di accesso alla connessione internet e chi non ha questa possibilità. È facile comprendere cosa questo possa comportare nella nostra società: non solo impossibilità di usufruire di servizi digitali, telemedicina, smart working o didattica a distanza, ma anche minori possibilità di espressione e socializzazione.
Cause e conseguenze del digital divide
Come dicevamo, è semplice immaginare le conseguenze del digital divide: esclusione e danni socio-economici dovuti alla mancata partecipazione alla società digitale globale. Un po’ più complesso è comprenderne le cause. Il digital divide è causato anzitutto dalla mancanza di infrastrutture per il collegamento a internet, condizione che può verificarsi a diversi livelli.
Nelle aree più popolose, ad esempio, le disuguaglianze digitali riguardano solitamente la possibilità di usufruire di una connessione a banda ultra larga, molto più stabile e performante rispetto alle obsolete connessioni ADSLADSL L’ADSL, Asymmetric Digital Subscriber Line, è una delle tecnologie per la diffusione della banda larga via cavo che, attraverso un modem, utilizza il normale doppino in rame e trasforma la linea telefonica tradizionale in un collegamento digitale ad alta velocità. Questo tipo di connessione viene definita “asimmetrica” poiché consente due diverse velocità: una più elevata in download, per ricevere i dati, e una limitata in upload per trasmetterli. Attiva in Italia dal 2000, la qualità di una connessione ADSL dipende dalla consistenza del rame, dalla distanza del collettore principale, e, non ultimo, dal collegamento o meno del distributore tramite fibre ottiche al resto della rete.. In aree meno popolate, come ad esempio i Piccoli Comuni delle Aree BiancheAree Bianche Si definiscono Aree Bianche le zone in cui gli Operatori privati non hanno ritenuto conveniente investire e quindi prive di infrastrutture a banda larga ed ultralarga, il divario può essere molto più accentuato. Le connessioni ADSL potrebbero essere disponibili a velocità limitatissime – in alcuni casi addirittura 2 Mbps – o non esserci affatto. C’è poi il tema di chi vive in zone coperte dalla reteRete Nel linguaggio informatico il termine rete definisce un insieme di dispositivi hardware e software che, collegati tra loro, permettono lo scambio e la condivisione di risorse, dati o informazioni. In una rete di computer i dispositivi che generano, instradano e terminano i dati sono chiamati nodi della rete. ma non può permettersi di sottoscrivere un abbonamento per la connettività. Per queste persone, il Governo ha varato un primo provvedimento di sostegno alla domanda, e un secondo è attualmente in fase di definizione. Infine, in casi meno comuni, il digital divide può essere conseguenza di una scelta personale: alcune persone decidono di propria volontà di non usufruire di alcun abbonamento a internet, rinunciando così alle possibilità offerte dal web.
Digital divide e disparità sociale
La tesi secondo la quale il mancato utilizzo di internet potesse causare nuove forme di disuguaglianza sociale esiste già dagli anni Novanta. Fu Al Gore, nel 1996, a utilizzare l’espressione “digital divide” per indicare il gap esistente tra chi avesse accesso al digitale e chi no. Lungimiranza a parte, è più che mai necessario lavorare perché si raggiunga una parità di accesso a internet. Il rischio è che sia il digital divide stesso ad alimentare circoli viziosi che penalizzano in maniera sempre più evidente alcune fasce di popolazione. Vediamo in che modo.
Disuguaglianza sociale oggi
Siamo così abituati a immaginare le nostre vite virtuali come controparti naturali di quelle fisiche, che a volte ci risulta difficile immaginare di poter svolgere qualunque compito senza internet. Eppure esistono tuttora fasce di popolazione che non hanno la possibilità di connettersi, o che possono farlo in maniera limitata. Man mano che la digitalizzazione prosegue, alcune categorie restano escluse dalla partecipazione alla community globale: ne sono un esempio i detenuti o i senzatetto. Questi ultimi in particolare si trovano coinvolti in un circolo vizioso: non possono permettersi gli strumenti per l’accesso a internet e, a causa di ciò, non possono cogliere le opportunità lavorative offerte da internet stesso, opportunità che potrebbero aiutarli a uscire dalla propria condizione.
Tuttavia, limitarsi a considerare il digital divide come frutto della sola inaccessibilità al web sarebbe riduttivo.
Un’altra causa di disuguaglianza sociale è legata al background culturale di chi utilizza il web: alcune categorie, come ad esempio gli anziani o le persone con una più bassa scolarizzazione, non hanno dimestichezza con gli strumenti smart attualmente a nostra disposizione, o non riescono a comprenderne il funzionamento. Questo li penalizza quando cercano di accedere a servizi di telemedicina o identità digitale, di comunicare con i propri cari, o magari quando vorrebbero candidarsi per una qualche opportunità lavorativa.
Il digital divide nel mondo
È possibile identificare tre tipi di divario digitale: globale, sociale e democratico. Il primo prende in considerazione il fenomeno su scala planetaria, e si riferisce alle differenze esistenti tra paesi più o meno sviluppati. Il secondo riguarda, invece, le disuguaglianze esistenti all’interno di un singolo paese. Il terzo, infine, riguarda le condizioni di partecipazione alla vita politica e sociale in base all’uso o meno delle nuove tecnologie.
In ambito di divario digitale globale, attualmente si stima che il 60% della popolazione mondiale abbia accesso a internet. Sono circa 300 milioni gli utenti che hanno avuto accesso a internet per la prima volta nel corso del 2019. Tuttavia, il 40% della popolazione mondiale – quasi la metà se ci si riflette – è ancora escluso dalla società digitale. Succede soprattutto nei paesi in via di sviluppo dell’Africa e dell’Asia del Sud.
Quali sono le misure adottate per colmare la disparità sociale?
L’abbattimento del digital divide – e di conseguenza della disparità sociale da esso causata – è spesso al centro dei piani di sviluppo, a livello non solo nazionale ma anche europeo. In Italia esiste un Piano BULBUL Si parla di banda ultra larga (in lingua inglese ultra broadband) quando la velocità di connessione effettiva in download è di almeno 30 Mb/s. Quando la velocità di connessione raggiunge o supera il Gb/s si parla genericamente di reti ultraveloci (in lingua inglese ultrafast networks). Per consentire queste velocità si devono utilizzare fibre ottiche al posto dei tradizionali cavi in rame, ragione per cui tali reti prendono il nome di reti di accesso ottiche (NGAN) o più semplicemente reti ottiche (NGN)., cioè una Strategia Nazionale per la banda ultra largaStrategia nazionale per la banda ultra larga La Strategia nazionale per la banda ultra larga ha l’obiettivo di sviluppare una rete a banda ultra larga in Italia e accelerare la transizione digitale del nostro Paese, in linea con gli obiettivi europei contenuti nel Digital Compass. La Strategia nazionale per la banda ultra larga è composta da sette interventi: Piano Italia a 1 Giga, Piano Aree Bianche, Piano Voucher, Piano Italia 5G, Piano Scuole connesse, Piano Sanità connessa, Piano Isole Minori. Il Governo italiano ha lanciato il Piano Italia 1 Giga, che punta a garantire una velocità di connessione di almeno 1 Gbps in download e 200 Mbps (Megabit per secondo) in upload in tutto il Paese entro il 2026. . Si tratta di un progetto volto alla realizzazione di un’infrastruttura ultraveloce diffusa in maniera capillare su tutto il territorio nazionale. Noi di Open Fiber ne facciamo parte sin dall’inizio e ci stiamo impegnando nella realizzazione di questo progetto con finanziamenti pubblici e privati.
Un’opportunità per i meno abbienti: il piano voucher
Come dicevamo qualche riga fa, oltre all’assenza di infrastrutture, che è la prima causa di digital divide, è da considerare anche la condizione di quanti vivono in zone coperte ma non possono permettersi i costi di connessione. Per questo motivo il governo ha lanciato un primo piano voucher la scorsa estate e ne sta lanciando un secondo. Si tratta di un programma di agevolazioni per l’attivazione dei servizi di connettività a banda ultra larga ma anche per l’acquisto di dispositivi come pc o tablet. L’iniziativa è un valido complemento alla nostra opera di realizzazione dell’infrastruttura, per permettere al maggior numero di cittadini possibile di usufruire di servizi digitali
Piano voucher, a chi è diretto e come funziona
La prima fase del piano voucher (200 milioni di euro) riguarda i nuclei familiari con ISEE inferiore a 20mila Euro (400 mila famiglie). Per richiederlo bisogna inviare una domanda a uno degli operatori accreditati presenti nell’elenco sul sito InfratelInfratel Infratel Italia S.p.A. è una società in-house del Ministero dello Sviluppo Economico ed è il soggetto attuatore dei Piani Banda Larga e Ultra Larga del Governo. Per maggiori informazioni visita il sito www.infratelitalia.it Italia. Il contributo massimo è pari a 500 euro come sconto sulla connessione ad almeno 30 Mbit/s (200 Euro per la connettività e 300 Euro per Tablet o PC in comodato d’uso). Si tratta quindi di una connettività ad almeno 30 Mbit/s in downloadDownload Azione di scaricare o prelevare dei dati dalla rete. alle famiglie che non detengono alcun contratto di connettività ovvero che detengono un contratto di connettività a banda largaBanda Larga La locuzione banda larga (in lingua inglese broadband), nel campo delle telecomunicazioni, indica generalmente la trasmissione e ricezione di dati informativi ad una velocità di connessione superiore a 144 kb/s. La banda larga organizza diversi canali, veicolando contenuti differenti sotto forma di dati, come internet radio, animazioni, file audio e video in alta definizione. di base (inferiore a 30Mbit in download).
I beneficiari del contributo devono stipulare contratti per servizi di massima velocità di connessione disponibile sulla base del database “Broadband Map” di AGCom, con l’impegno degli operatori a indicare il relativo “bollino AGCom” che sarà verde nel caso di collegamento in fibra (reti FTTHFTTH "Fiber to the Home" è la tecnologia che collega i POP, siti nelle centrali, alle unità immobiliari degli utenti finali con la fibra ottica.), giallo in caso di misto fibra rame (FTTCFTTC Fiber To The Cabinet (FTTC) indica un'architettura di rete costituita in parte da un cavo ADSL in rame e in parte da un cavo in fibra ottica. Il primo percorre la tratta più breve connettendo il modem dell’utente all’armadio ripartilinea, il secondo, quello in fibra, completa il percorso arrivando fino alla centrale.) e rosso in caso di reti in rame (ADSL).
Il 31 luglio 2020 è stata poi avviata la consultazione pubblica relativa alla seconda fase del Piano Voucher che riguarderà imprese e famiglie con ISEE fino a 50 mila euro. In ogni caso, le attivazioni devono essere effettuate per servizi di connettività alla massima velocità di connessione disponibile presso il proprio domicilio.
Perché il piano voucher sia effettivamente di aiuto nell’eliminare il digital divide, è auspicabile che i voucher vengano erogati alla massima platea di utilizzatori finali per i servizi su rete in fibra otticaFibra ottica È un cavo realizzato con una fibra di vetro attraverso il quale viene trasmesso un segnale luminoso anche su grandi distanze per l’accesso di reti a banda larga. Rispetto ai cavi in rame, la fibra ottica è in grado di trasmettere segnali molto più velocemente, fino a 40 Gigabit al secondo. È, pertanto, ideale per grandi quantità di dati da trasferire rapidamente; è inoltre insensibile alle interferenze esterne (interferenze elettromagnetiche, variazioni di temperatura, ecc.). Mentre la velocità, la qualità e la sicurezza della trasmissione dei dati sono indubbiamente i vantaggi della fibra ottica, il costo elevato della loro installazione costituisce uno svantaggio limitante per chi realizza la rete. Leggi la news per saperne di più: “Fibra ottica, cos’è e come funziona”. FTTH o upgradabili a 1 giga. Bisogna puntare sulla tecnologia più avanzata possibile (very high capacity network), in linea con il Piano Italia 1 GigaPiano Italia 1 Giga Il Governo italiano ha lanciato il Piano Italia 1 Giga con l’obiettivo di promuovere investimenti in reti a banda ultra larga per garantire a tutti una velocità di connessione in linea con gli obiettivi europei della Gigabit society e del Digital Compass 2030. Attraverso questo Piano, l’Italia punta a garantire una velocità di connessione di almeno 1 Gbps in download e 200 Mbps (Megabit per secondo) in upload in tutto il Paese entro il 2026. che l’attuale Governo sta definendo e che punta ad anticipare al 2026 gli obiettivi che l’UE ha fissato al 2030 con il Digital Compass. Continuare a investire nelle reti misto-rame rallenterebbe l’adozione di tecnologie più performanti, una scelta svantaggiosa nel lungo termine: in futuro ci ritroveremmo ancora con un divario digitale da colmare. I trend di mercato confermano il crescente interesse dei cittadini verso la connessione in fibra ottica. Nell’ultimo anno l’incidenza delle nuove reti FTTH sul mercato ultrabroadband è cresciuta di più di 10 punti percentuali, passando da circa il 30% a oltre il 40%.
AGCOM e la Broadband Map
Per conoscere lo stato del proprio Comune di residenza, AGCOM ha stilato una Broadband Map. Si tratta di una vera e propria mappatura dello stato della connettività sul territorio nazionale, basata sulle indicazioni degli operatori. In questo modo i cittadini possono controllare quali infrastrutture sono presenti presso il proprio domicilio – FTTH, FTTC o FWAFWA Noto anche come "Wireless Local Loop" (WLL), l'FWA indica l’uso di soluzioni radio per coprire l’ultimo miglio verso le unità immobiliari disperse in zone a scarsissima densità di popolazione. Un’antenna principale, collegata tipicamente alla rete tramite fibra ottica, copre un territorio più o meno vasto dove su ciascuna unità immobiliare viene montata una antenna dotata di un apparato che trasforma il segnale radio e consente il collegamento della CPE (Customer Premises Equipment), il dispositivo elettronico utilizzato come terminale lato utente. – e scegliere di conseguenza la più performante.
Open Fiber, stato dei lavori e Comuni cablati in FTTH
Nell’ambito del Piano BUL, il governo ha suddiviso il territorio italiano in quattro cluster geografici, in base alla densità abitativa e alla presenza o meno di copertura per la banda ultra larga.
Il cluster A&B è relativo alle aree urbane più densamente popolate dove la diffusione della connessione a in fibra ottica è promossa da fondi privati. In queste aree, nel corso degli ultimi anni, Open Fiber ha realizzato con investimento diretto un’infrastruttura FTTH – Fiber To The Home – in 185 città.
Il cluster C&D riguarda invece le zone meno densamente popolate, le cosiddette Aree Bianche, dove Open Fiber opera come concessionario pubblico dopo essersi aggiudicata i tre bandi Infratel, la società in-house del Ministero dello Sviluppo Economico (MISE) che promuove la realizzazione delle infrastrutture per la fruizione dei servizi internet a banda ultra larga in queste aree. Attualmente i servizi di connettività sulla rete pubblica realizzata da Open Fiber in queste aree sono attivi in oltre 2000 Comuni.
Quando arriva la fibra ottica nel mio Comune?
Per scoprire se abbiamo già raggiunto il tuo comune ti basta accedere all’area dedicata nel nostro sito web e inserire la tua residenza (https://openfiber.it/verifica-copertura/). Il nostro piano di cablaggio della rete in fibra ottica nazionale raggiungerà oltre 6500Comuni nei prossimi anni. Quindi, se non siamo ancora arrivati da te, lascia il tuo recapito: ti terremo informato!
Esiste un elenco Comuni delle Aree Bianche?
Certo: sul nostro sito web puoi consultare la mappa dei Comuni nel piano di copertura previsto dai Bandi Infratel. Inoltre, nella pagina Informazioni Generali troverai un elenco di tutti i Comuni già cablati nei cluster A&B oppure C&D diviso per regioni (link https://openfiber.it/piano-copertura/informazioni-generali/).